Le nuove regole della mobilità nell’intervento di De Capitani all’evento ExSUF

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15 Ottobre 2021 by Enti locali, Eventi, In evidenza, Innovazione, Notizie, Primo piano

“L’impegno per rendere più sostenibili e più vivibili le città passa anche da interventi per gestire il traffico.” Lo ha affermato il presidente di Municipia, Stefano De Capitani, nel corso del webinar “Mobilità e logistica sostenibile: piattaforme digitali, investimenti e partnership strategiche” organizzato da ExSUF, il Centro di Eccellenza sulla finanza sostenibile per le infrastrutture e le smart cities nato dall’accordo tra UNECE (United Nations Economic Commission for Europe) e LIUC – Università Cattaneo, del quale Municipia fa parte.

“Occorre un salto di qualità nelle strategie e nelle azioni per la gestione della mobilità nelle città. – ha sottolineato De Capitani – Occorre una trasformazione massiccia, non fatta di micro interventi isolati. Serve un approccio di grande impatto e rivoluzionario, per tornare alla pienezza delle attività senza tornare a rendere invivibili le città con l’invasione delle auto. Per non parlare della crescita vertiginosa del traffico commerciale, dei vettori che consegnano pacchi in crescita esponenziale con lo sviluppo dell’e-commerce. Non ci sono ricette valide per tutte le situazioni ma una cosa è certa: l’utilizzo della tecnologia digitale è un abilitatore, uno strumento in grado di offrire un supporto decisivo in questa evoluzione. Si pensi alla rete sensoristica in grado di rilevare, conoscere e anticipare, predittivamente, alcuni fenomeni e quindi di gestirli più efficacemente. Oppure, in modo ancora più tangibile, a un sistema integrato e sensorizzato di parcheggi, di superficie e non, che facilitino la riduzione drastica del numero di veicoli in circolazione.”

“Sostituiamo le strisce blu, sinonimo di pagamento della sosta, con strisce verdi che significa parcheggio sensorizzato e regolato. – ha aggiunto il presidente di Municipia – Si potranno così stabilire in tempo reale le regole di sosta per diverse tipologie di veicoli; residenti e non residenti certamente ma anche persone che sostano per lavoro, per recarsi dal medico, per fare shopping, per assistere un parente, ecc. e trattarli ognuno diversamente in base alle politiche e obiettivi della città. E ancora, sistemi che consentano in tempo reale di conoscere e scegliere la modalità di trasporto disponibile per spostarsi e trasportare beni, guidando le scelte al fine di ridurre l’impatto e quindi favorendo il trasporto pubblico, bici e cargo bike, riducendo l’utilizzo di veicoli privati. Togliere i veicoli privati dalle strade, ridurre e ottimizzare il traffico dei mezzi dei vettori con tutti i benefici connessi è possibile se si agisce con una visione d’insieme, utilizzando tecnologie integrate.”

“Servono ecosistemi digitali – ha concluso De Capitani – che uniscano i diversi sistemi della mobilità, pubblici e privati ma che dialoghino anche con altri mondi e altre basi informative: protezione civile, sanità, vigili del fuoco, e anche finanza, logistica, commercio e attività produttive, terzo settore, ecc. Liberando le strade dal traffico e dal parcheggio selvaggio, si potranno anche incrementare significativamente le aree verdi, realizzando vere infrastrutture verdi che contribuiscono alla qualità dell’ambiente ma anche a limitare gli effetti degli eventi atmosferici, fornendo barriere naturali. E certamente incrementare lo spazio disponibile per corsie preferenziali, per bici e bus, per colonnine di ricarica, per velo stazioni e ogni altra infrastruttura utile per ridurre il traffico, il rumore e aumentare la vivibilità dei centri urbani. Cosa ci impedisce di realizzare tutto questo? Di certo non la mancanza di tecnologia e nemmeno di capitali. E non mi riferisco solo al PNRR ma anche e soprattutto ai fondi privati disponibili oggi per investimenti ESG. Ce lo impedisce la carenza di capacità progettuale delle città che sono i veri attori di questa trasformazione e la frammentazione di ruoli e responsabilità tra dipartimenti, uffici, agenzie e società pubbliche. Alla prima, la capacità progettuale, possono sopperire le aziende private, così come alla necessaria capacità realizzativa e conseguente gestione dei rischi operativi. Ma alla seconda criticità, ossia la visione unificata, la strategia e la governance degli attori coinvolti, può dare una risposta solo la politica, soprattutto quella locale, oggi certamente più sensibile all’uso della tecnologia ma ancora poco consapevole dell’importanza della trasformazione digitale come presupposto trasversale ed essenziale di quella ecologica”.

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